Nelle prime ore dopo il parto viene prodotto il colostro, un liquido denso giallo ricco di nutrienti, che rispetto al latte materno contiene quantità maggiori di proteine e sali minerali e minori di zucchero. I Sali minerali servono per fronteggiare la grande disidratazione a cui andrà in contro il neonato appena nato mentre le proteine forniscono gli anticorpi (IgA) che vanno a rivestire le pareti intestinali proteggendo dall’aggressione di virus e batteri o sostanze estranee che potrebbero generare reazioni allergiche. Verso il terzo giorno il colostro diviene latte di transizione, composto da meno proteine e più zuccheri, fino a quando arriva il latte vero e proprio. Nei mesi successivi il latte continua a modificare la sua composizione per rispondere meglio alle esigenze del bambino che cresce, in media è comunque composto dal 6-10% di carboidrati, 3-5% di grassi, 1-2% di proteine e 2% di Sali minerali oltre che da vitamine e molecole bioattive come fattori di crescita, ormoni e cellule del sistema immunitario.
Il latte materno permette la costruzione del microbiota intestinale, previene le infezioni e favorisce lo sviluppo di ceppi batterici immunomodulanti. Inoltre abbassa la probabilità che il bambino sviluppi in futuro allergie.
L’allattamento al seno gioca un ruolo chiave nella prevenzione delle malattie dei nostri tempi, ovvero delle malattie cardiovascolari, diabete e obesità. E ‘infatti dimostrato che bambini allattati esclusivamente al seno i primi sei mesi di vita sono protetti dallo sviluppo di obesità fra i due e nove anni. Pare che l’effetto protettivo sia dovuto alla minore concentrazione di proteine contenute nel latte materno rispetto al latte in formula, quindi non è vero che se un neonato nutrito con latte in formula aumenta maggiormente di peso è più sano, anzi, ingrassa solamente. Infatti l’elevato contenuto amminoacidico del latte in formula aumenta la secrezione di insulina e attiva la trasformazione delle cellule preadipocitarie in adipociti, innescando così l’accumulo di grasso. Altri studi poi attribuiscono un ruolo anche a alcuni ormoni contenuti nel latte materno e assenti in quello in formula, come la leptina e adiponectina che svolgono un ruolo nel circuito fame-sazietà.